Funerali cinesi: dove finiscono i cinesi morti ?

Quanti sono i cinesi in Italia?

I cinesi sono la quarta comunità straniera più numerosa in Italia con 332mila residenti accertati (dati 2016), ma nonostante questo non si sa molto dei funerali cinesi. A differenza degli altri gruppi etnici, quello cinese è considerato tradizionalmente il più “chiuso”, anche se i giovani appartenenti alla terza generazione spesso sono ben integrati e interagiscono volentieri con i loro coetanei italiani.
Rispetto ad altre comunità, come quella africana o quella medio orientale, quella cinese è molto omogenea (50% di uomini e 50% di donne), con anziani che “tornano a casa” per morire, poco interessata ad ottenere la cittadinanza italiana e con pochissimi matrimoni misti.

Un discorso diverso lo si deve fare invece per gli atenei italiani, dove attualmente un laureando su sei (ma in alcuni casi anche due su sei, come a Milano) è di nazionalità cinese.
Queste cifre però devono essere prese con le dovute precauzioni, perché ancora oggi in Italia ci sono fabbriche, soprattutto quelle attive nel settore dell’abbigliamento e dei giocattoli, che utilizzano manodopera cinese, spesso introdotta senza un regolare permesso, fatto che farebbe pensare che i cinesi sono molti di più.
Di fatto sfuggono all’anagrafe italiana ed è anche per questo motivo che è molto difficile censire i cinesi e stabilirne con esattezza il numero.

Molti infatti vengono tenuti nascosti all’interno delle fabbriche, anche se è già capitato a Prato che dei clandestini cinesi venissero nascosti addirittura all’interno dei bidoni per la raccolta differenziata del biologico e della carta.
Di recente anche i cinesi sono finiti al centro delle campagne anti immigrazione della Lega, che mira a colpire tutti i clandestini e tutti gli enti e le organizzazioni che, in un modo o in un altro, offrono loro aiuto e sostegno economico.

Il colpo di grazia contro i trafficanti però, che ha portato ad una diminuzione dell’immigrazione in Italia, anche da parte dei cinesi, è stato assestato dopo le polemiche nate in seguito alla legge dello Ius Soli, giudicata soprattutto dal centrodestra come “una follia” e mirato a dare a tutti gli stranieri la cittadinanza italiana.

Qual è la città con più cinesi in Italia?

Secondo i dati rilevati di recente dalla Fondazione Leone Moressa, la maggioranza dei cinesi si concentra soprattutto a Milano e nelle sue province (24mila abitanti), anche se la maggiore densità di cinesi rispetto alla popolazione locale è stata registrata a Prato (39%).

Quanti cinesi muoiono all’anno?

Per l’anagrafe spesso è difficile sapere quanti cinesi muoiono all’anno in Italia: se da una parte ci sono infatti i giovani che spesso, a causa delle condizioni proibitive del lavoro in fabbrica, è facile che si ammalino e muoiano, dall’altra capita di ritrovarsi con anziani o malati cinesi che “spariscono nel nulla”.
Si tratta di una leggenda metropolitana dura a morire, ma la verità nasconde un fatto più semplice: i cinesi, quando sono anziani o malati, tornano nel loro paese d’origine in modo definitivo.
Il motivo? Oltre a voler rimanere vicino ai propri antenati, un funerale cinese è quasi impossibile da organizzare in Italia perché richiede dei preparativi molto complicati.

Come si svolge un funerale in Cina

La religione più diffusa in Cina, e anche tra i cinesi residenti in Italia, è il Confucianesimo.
Secondo questo credo l’anima del defunto si divide in tre parti: la prima sale in cielo, la seconda rimane sulla Terra per accogliere le offerte e i sacrifici dei parenti e degli amici, mentre la terza viene localizzata nella tavoletta del tempio.
Quest’ultima, a seconda di come si è comportato il defunto durante la sua vita terrena, può diventare uno spirito benevolo oppure un demone malvagio.
Le lapidi, come nei Paesi Occidentali, sono fatte in pietra e in genere riportano la foto, il nome del defunto, la data di nascita e la data di morte. E, come in Italia, esistono anche le pompe funebri, perché l’organizzazione di un funerale cinese comporta tutta una serie di passaggi rituali molto complessi.

 

Come avviene la sepoltura in Cina?

Innanzitutto il rito che l’accompagna non è affatto lugubre: il colore del lutto infatti non è il nero, come avviene in Italia, ma il bianco.
Quando un cinese muore, sulla porta della casa in cui viveva vengono appesi dei quadrati bianchi, mentre sulle porte delle abitazioni dei vicini vengono messi dei foglietti rossi, simbolo della felicità di una vita che continua nell’oltretomba.
Il corteo funebre, dove i parenti sono tutti vestiti di bianco e accompagnano la bara verso il luogo della sepoltura, generalmente un tempio, si riconosce subito dalle corone di fiori, dal profumo di incenso, dalle candele e dalle lanterne di carta.

La tradizione vuole inoltre che, lungo tutto il percorso, venga suonata una marcia funebre con il gong, violini a due corde e tamburi, fatti esplodere fuochi d’artificio per allontanare gli spiriti maligni e bruciati modellini di carta che rappresentano case, automobili e denaro, questo per permettere il passaggio dell’anima attraverso i dieci tribunali dell’aldilà cinese.

Come sono i cimiteri cinesi?

I cimiteri cinesi moderni non differiscono molto da quelli italiani, l’unico problema è che visto il numero elevato della popolazione, non capita di rado di ritrovarsi con tombe ammassate (soprattutto nei piccoli centri urbani).

cimitero in cina
Per questo, per motivi pratici, può succedere che invece di portare la bara in corteo, i parenti o gli amici del defunto decidano di far cremare il corpo prima della cerimonia e della sepoltura.
Questa pratica, incoraggiata da Mao Zedong proprio per evitare il problema di sovraffollamento dei cimiteri, è oggi molto praticata in Cina, soprattutto dalle famiglie meno abbienti e che non possono permettersi un funerale in grande stile.

Differenze principali tra rito italiano e rito cinese

In Italia, per accompagnare il defunto, si usa vestirsi di nero e mantenere un atteggiamento sobrio. La famiglia, a seconda della disponibilità economica, sceglie liberamente se far cremare il corpo e metterlo nei loculi oppure seppellirlo.
Il rito cinese invece, al contrario, non ha nulla di lugubre, anzi, è conosciuto anche con il nome di Festa Bianca, che è anche il nome della Festa dei Morti cinese che cade ad inizio aprile.

I parenti e gli amici del defunto si vestono di bianco e accompagnano la bara oppure l’urna fino al luogo della sepoltura. Corone di fiori, incenso, candele, lanterne di carta e fuochi d’artificio non mancano mai in un tradizionale funerale cinese.

Perché non si vedono tanti funerali cinesi in Italia, nonostante la loro presenza sia massiccia?

Gli anziani e i malati, prima di morire, si recano in Cina per rimanerci in modo definitivo, in quanto a differenza degli europei per loro è molto importante essere sepolti nel paese di origine.
Per quanto riguarda la terza generazione, i funerali cinesi sono molto rari, a meno che non muoiano in giovanissima età a causa di una malattia, di un incidente stradale o per altri motivi accidentali. Se accade però, i giovani cinesi vengono sepolti secondo il rito italiano.
Dato che la comunità cinese è la più giovane tra quelle presenti a Milano, per il momento non si hanno notizie di funerali cinesi. Tuttavia, se ci si reca in un qualsiasi cimitero e si scrive sul computer di accoglienza cognomi come Cheng o Chu, se ne possono trovare parecchi.

E sempre parlando della terza generazione di cinesi in Italia, un’ultima curiosità: a differenza del Gabon, i casi di cinesi di colore, chiamati in maniera volgare con il nome di cinegri, è molto più raro incontrarli, in quanto le due comunità sono molto chiuse e non hanno la tendenza a mescolarsi.
Oltre che a Milano e a Prato, anche a Pordenone c’è una grande comunità cinese, e lo sa bene Prosdocimo pompe funebri, che offre anche funerali per cinesi.

Perché in Italia non si vedono funerali cinesi?

A parte che, come già detto, l’organizzazione di un funerale cinese richiede tempo oltre che un notevole dispendio di denaro, il Paese ospitante non comprenderebbe l’esigenza dei parenti e degli amici del defunto di accompagnare la bara con suoni di gong, fuochi d’artificio e tutti gli elementi che non possono assolutamente mancare in un funerale cinese, ma che in Italia risulterebbero molto strani.
Nel 2014 però, per la prima volta in Italia, si è potuto assistere ad un rito funebre cinese: quell’anno a Castelfranco Veneto scomparve la mamma del titolare di un ristorante cinese di Borgo Treviso e, in quell’occasione, gli italiani poterono vedere una cerimonia tipo.

Le esequie, che si svolsero secondo il rito buddista, ebbero luogo nella Sala Bordignon e durarono complessivamente due ore. Al termine delle stesse la bara, accompagnata da centoventi composizioni floreali, venne tumulata nel cimitero di Salvarosa di Castelfranco Veneto.
I fiori, oltre a riempire tutto il piccolo camposanto, richiesero per il trasporto ben due autocarri e sei furgoni. Quanto ai parenti giunti da tutto il mondo per l’ultimo saluto, i giornali stimarono una presenza di più di trecento persone.

Perché li fanno in Cina, perché nascondono i cadaveri? Per quale ragione?

Assolutamente no, semplicemente i cinesi della vecchia generazione ritengono molto importante essere sepolti nella propria terra d’origine. E no, i cadaveri non vengono nascosti, ma vengono tumulati oppure cremati a seconda della grandezza del cimitero e della disponibilità economica della famiglia.

Usanze e rituali funebri in Cina

Oltre a quelli che abbiamo già visto, in Cina esistono altre usanze funebri molto curiose per gli occidentali, ma che per i cinesi sono la norma.
Un esempio lo si può vedere nell’estrema parte orientale della Cina, dove durante i funerali vengono lanciati degli aquiloni a forma di drago o di uccello per scacciare gli spiriti maligni, mentre prima dell’inumazione una giovane donna, vestita con un costume bianco a frange rosse, balla vicino alla bara per regalare al defunto un ultimo piacevole ricordo della vita terrena.

Per chi segue invece l’antico credo taoista, il funerale inizia già subito dopo la morte della persona cara: non appena l’anima lascia il corpo, i parenti e gli amici provvedono a coprire tutti gli specchi per impedire che lo spirito del defunto rimanga intrappolato in essi e non possa proseguire il suo viaggio verso la dimora ultraterrena.
Infine, nella Cina meridionale, ancora oggi si usa sacrificare degli animali durante i riti funebri, soprattutto bufali e buoi. Per i cinesi che vivono in queste zone il bufalo è un animale che rappresenta il ponte tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Durante la cerimonia, subito dopo il sacrificio, la carcassa viene poi divisa in trentasei parti e distribuita a tutti i presenti al funerale seguendo un ordine prestabilito in base alla posizione sociale dei partecipanti.

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